La Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi
nasce per volere del nobiluomo piacentino
giuseppe ricci oddi (Piacenza, 1869 - 1937)

Giuseppe Ricci Oddi

Il nobiluomo Giuseppe Ricci Oddi nasce a Piacenza nel 1869. Dopo aver seguito studi di giurisprudenza a Roma e Torino, ventottenne è di nuovo nella sua città, dove va ad abitare in un appartamento all’interno del palazzo di famiglia, in via Poggiali 24. È un giovane uomo dedito a passioni sportive – fra tutte, il canottaggio e la palestra. Il ritorno a Piacenza segna per lui l’avvio del progressivo impegno nell’amministrazione del patrimonio di famiglia e il rientro nell’alveo dell’élite cittadina, di cui Giuseppe Ricci Oddi condivide occupazioni e riti sociali. Distinto e garbatissimo, è comunque poco amante della mondanità. Il suo carattere si contraddistingue per una riservatezza innata, non esente, soprattutto negli anni della maturità, da punte di malinconia.

Fatta eccezione per il Ricci Oddi collezionista, quanto trapela dell’esistenza del nobiluomo piacentino è affidato soprattutto a indizi: la musica ascoltata tramite l’autopiano, i cui rulli traforati vanno e vengono dalla casa di via Poggiali, la sartoria di fiducia a Milano, la caccia e l’equitazione, l’abbonamento a quotidiani e riviste, l’ufficio di via Mazzini, dove si reca nel pomeriggio a sbrigare le incombenze di lavoro… Saranno la creazione della raccolta d’arte e la successiva trasformazione in Galleria aperta al pubblico a diventare l’occupazione, che riempie l’esistenza di Giuseppe Ricci Oddi. Intorno a questo fulcro ruotano aspettative e delusioni, frequentazioni, viaggi, incontri. E tra questi, vale la pena di ricordare almeno quello con Medardo Rosso, da cui il nobile piacentino acquista nel 1926 l’Ecce puer giacché fra il tracimante scultore e il riservato Ricci Oddi si svilupperà un’insospettabile amicizia. Muore il 23 ottobre 1937, colto da un malore mentre si trova per strada. Per sua volontà, nel funerale non vi sono fiori né si tengono discorsi.

I primi acquisti

È il 1897 quando Giuseppe Ricci Oddi compera i primi dipinti, Dopo Novara di Gaetano Previati e Pecore tosate di Francesco Filippini; già dal decennio seguente prosegue gli acquisti con ritmo incalzante, sempre indirizzandosi verso opere d’arte moderna, principalmente – anche se non esclusivamente – italiana. La raccolta è dapprima allestita nell’appartamento all’interno del palazzo di famiglia di via Poggiali, a Piacenza, ma Ricci Oddi avverte l’esigenza di trasformare la propria collezione privata in Galleria aperta al pubblico.

Un ambiente dell’appartamento
di Giuseppe Ricci Oddi nel palazzo di famiglia di via Poggiali

L'edificio

Sin dal 1913 Giuseppe Ricci Oddi ricerca una sede adatta a contenere la sua collezione di opere d’arte moderna, ma le numerose trattative intraprese per l’acquisto di vari stabili falliscono. Decide così di far costruire a proprie spese un nuovo edificio sull’area dell’ex convento di San Siro, terreno nel cuore della città fornitogli gratuitamente dal Comune. A occuparsi di questo progetto, realizzato tra il 1924 e il 1931, è l’architetto piacentino Giulio Ulisse Arata (Piacenza, 1881 – 1962), che si mette a disposizione gratuitamente.

La Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi è un significativo esempio di architettura museale, in cui “contenuto” e “contenitore” sono intimamente legati. La bellezza dell’edificio e la felice relazione stabilita tra gli ambienti e le opere esposte rappresentano uno dei punti di forza della Galleria. L’utilizzo delle parti residue dell’ex convento di San Siro e il loro raccordo con il nuovo edificio sono fra i tratti qualificanti del progetto. La finitura muraria consente di leggere con chiarezza questo dialogo architettonico: i residui degli spazi conventuali risalenti al Seicento sono intonacati, mentre le nuove costruzioni sono edificate con mattoni a vista. All’interno lo spazio è caratterizzato da un elegantissimo nitore geometrico e da innovative scelte funzionali, come quella dell’illuminazione naturale zenitale, fortemente caldeggiata dallo stesso fondatore.

Schizzi dell’architetto Giulio Ulisse Arata per la facciata della Galleria

 

L’inaugurazione della Galleria

L’11 ottobre 1931 la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi apre al pubblico, inaugurata alla presenza del principe Umberto e della principessa Maria Josè sua consorte; assente, invece, Giuseppe Ricci Oddi, il cui carattere schivo rifugge dalla mondanità di cerimonie ufficiali. Continuano nel frattempo gli acquisti, che il nobiluomo piacentino orienta sempre più verso opere di autentico spessore museale. Entrano così in collezione, tra gli altri, l’Ecce puer di Medardo Rosso, il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, Donne in barca di Felice Casorati. Alla morte di Giuseppe Ricci Oddi, avvenuta nel 1937, la Galleria possiede un’importantissima collezione ormai pienamente affermata su scala nazionale.

La Galleria in costruzioneSavoia e la consorte Maria José del Belgio presenziano all’inaugurazione della Galleria

Il principe Umberto II di Savoia e la consorte Maria José del Belgio presenziano all’inaugurazione della Galleria

Maria José del Belgio visita la Galleria con l’architetto Giulio Ulisse Arataiano all’inaugurazione della Galleria

history of the gallery

Giuseppe Ricci Oddi (secondo da destra) e Medardo Rosso (al centro) nel giardino della casa di via Poggiali

La rotonda della Galleria in una foto dello Studio Croce di Piacenza, 1931 ca.

L’atrio d’onore della Galleria in una foto dello Studio Croce di Piacenza, 1931 ca.

L’esterno della Galleria in una foto dello Studio Croce di Piacenza, 1931 ca.

 

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